giovedì 3 marzo 2016

Un giorno di mobilitazione


Tra pochi giorni, nella bella Venezia Renzi e Hollande, con il loro codazzo di ministri cercheranno una vetrina per esporre al mondo i loro disastri:
 
una grande opera inutile e imposta,
un patto finanziario con le banche per strangolare i cittadini,
una nuova frontiera per lasciare morire di guerra le persone,
una nuova guerra (e chissà che altro ancora di peggiore).

Aspettando la nefasta scaletta di appuntamenti anche noi ci prepareremo.

Alcune considerazioni:
Renzi e Hollande cercano la vetrina per stipulare altri accordi per il TAV in Val di Susa, opera invisa e osteggiata da trent’anni di lotte delle popolazioni della Valle A Venezia, città simbolo delle grandi opere - grandi bidoni, ma anche città della grande retata contro la cricca del Mose che ha rubato e sperperato ben un miliardo di euro sui cinque che finora è costato il Mose.

Lo fanno in un Veneto già da decenni martoriato dall'espandersi di zone industriali, artigianali e commerciali che hanno trasformato il paesaggio e consumato centinaia di km quadrati di suolo fertile tanto che già nel 2003 i numeri delle rilevazioni spiegavano che negli ultimi 5 anni erano stati costruiti nel Veneto edifici industriali pari a un capannone alto 10 metri, largo 28 e lungo 200 chilometri ( Da allora sono passati più di dieci anni senza inversione di tendenza, tanto che due anni fa il Veneto ha perso la propria autonomia alimentare a causa del consumo di suolo).

In questo contesto giace, il nostro territorio dell'Altovicentino, dove, da dati pre-crisi economica, la «dote» portata alla provincia di Vicenza, una delle più industrializzate d'Italia, da ogni abitante in più degli anni Novanta, è un blocco di cemento di 1.070 metri cubi. Crescita demografica: più 52 mila abitanti, pari al 3%. Crescita edilizia: più 56 milioni di metri cubi.  

Ne valeva la pena?
Valeva la pena di costruire oltre il quadruplo delle case necessarie rispetto all'incremento di cittadini e di insultare ciò che restava delle campagne care a Meneghello con giganteschi scheletri di calcestruzzo tirati su spesso solo per fare un investimento e tappezzati di cartelli «affittasi»?

E oggi a maggior ragione vale la pena di occupare le poche zolle rimaste all'agricoltura con inutili e costose grandi opere d'asfalto, Pedemontana Veneta, Valdastico Sud, Valdastico Nord, tutte strade che non saranno mai ripagate se non dai cittadini già notoriamente pressati da tasse e balzelli vari.

Per quanto sopra scritto e per molti altri motivi che vedono fiumi di denaro pubblico riversarsi nelle tasche di pochi privati a discapito delle famiglie che con difficoltà arrivano a fine mese, costretti a mantenere i figli per mancanza di posti di lavoro, non possiamo che accogliere la proposta che ci viene dal Val di Susa che ci dà l’occasione di proporre a tutte le realtà del territorio una giornata di mobilitazione generale, contro il modello di sviluppo caratterizzato dalle grandi opere inutili, dannose ed imposte.

Nuove economie e nuove opportunità di lavoro potrebbero essere creati se i fiumi di denaro pubblico che allagano le pianure dell’interesse privato, della corruzione e dei mercanti di morte,  fosse investito nella tutela e gestione del territorio, in  un sistema davvero sostenibile e non per arricchire solo pochi imprenditori o multinazionali.

Invitiamo quindi tutte e tutti a trovarci a Venezia il giorno 8/3/2016 alle ore 10 del mattino presso la stazione FS Santa Lucia per partecipare alla manifestazione regionale contro TAV Grandi navi in Laguna e Grandi Opere.

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