Parlare oggi di
ecologia non significa, come si pensava un tempo, semplicemente conservare
quanto più possibile degli ecosistemi o salvare qualche esemplare di panda o di
orso polare. Il sistema in cui viviamo non garantisce la salvaguardia di
alcunché, nemmeno della specie umana. Esso è costituito in modo da perpetrare
sé stesso a discapito di tutto il resto. Donne, uomini, vite, pensieri,
sentimenti, lavoro, ambiente, ecosistemi e sistemi sociali: tutto viene
macinato e digerito nella grande macchina che produce consumatori compulsivi
destinati all’estinzione.
Venerdì 12
dicembre le piazze saranno attraversate da migliaia di persone che aderiscono
allo sciopero sociale: studenti, precari (giovani e non più giovani),
lavoratori di tutte le categorie e tipologie, cittadini attivi per la casa e i
diritti, attivisti e simpatizzanti dei comitati territoriali contro le grandi
opere.
Noi pensiamo che
tutte queste realtà siano collegate: tutti siamo vittime del massacro sistemico
di cui si diceva sopra, e contemporaneamente siamo pezzi dello stesso puzzle,
parti dallo stesso disegno.
E’ evidente che
in questo momento in Italia e in Europa è in fase di realizzazione un progetto
atto a sottrarre quante più risorse economiche possibili al comune per
introitarlo nelle casse di lobbies private costituite da potenti membri dell’élite
politico-economica.
Questa
appropriazione passa attraverso la precarizzazione delle nostre esistenze, la
negazione dei diritti e della democrazia nei luoghi di lavoro, la negazione del
diritto al reddito, alla dignità, alla salute. Passa attraverso il drenaggio di
risorse pubbliche riversate in grandi opere inutili, sintomo dell’incapacità e
della mancanza di volontà di leggere i cambiamenti epocali degli ultimi venti
anni.
Ecco quindi che
vediamo miliardi di euro pubblici, tolti a istruzione, welfare, prevenzione del
dissesto idrogeologico, opere per la sostenibilità, finire nelle tasche di pochi
soggetti, fortemente ammanicati con governanti nazionali e regionali, attraverso
colate di cemento che ci tolgono gli ultimi scampoli di territorio rimasto.
Contro tutto questo, per un nuovo sentire comune lanciamo
un appello all’adesione allo sciopero sociale di venerdì prossimo 12 dicembre 2014.
Appuntamento per
tutte/i Vicenza ore 8:00 alla stazione F.S.
Rete Comitati
Alto Vicentino
la risposta più forte che possiamo dare è non votarli
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