martedì 3 giugno 2014

All'insegna del GRANDE (NO GRANDI NAVI- NO GRANDI OPERE INUTILI)

Cambiano i governi, cambiano le persone, cambiano le stagioni, ma niente cambia mai.
Perennemente, continuamente e pervicacemente le classi dirigenti, come bambini un po' scemi, recitano la poesia di Natale fuori stagione.

In piedi sulla sedia decantano a seguito del titolo: "E' la stagione del fare!", la magnificità di sviluppo & crescita e di crescita & sviluppo.

Per noi invece, questi due termini sono sinonimo di saccheggio e predazione
.
Saccheggio dei beni comuni (*) e predazione del territorio, saccheggio della democrazia e predazione dei nostri diritti, saccheggio del sapere e predazione delle intelligenze, saccheggio del nostro desiderio di felicità e predazione delle nostre volontà,.

Sei anni di crisi non sono riuscite a disassemblare il pensiero corto dominante secondo il quale per uscire dalla crisi occorre reiterare politiche che dentro la crisi ci hanno portato.

Vediamo quotidianamente passare i sottotitoli delle breaking news: lo spread che scende o sale, le borse asiatiche, quelle europee e a fine giornata Wall Street; misure per la crescita, il gossip politico, lo sport, i mondiali di calcio e infine l'approfondimento sul rilancio delle grandi opere: il motore per uscire dalla crisi.

Sono anni che ce lo ripetono.
Prima  Berlusconi,  poi Monti,  poi Letta  e ora, a dirlo per l'ennesima volta, c'è un quasi quarantenne fiorentino sovrappeso.

Beh, noi, nelle parole del potere, di uscite dalla crisi non ne abbiamo viste.

Quello che abbiamo visto è un altro film.

Abbiamo visto stagisti lavorare gratuitamente per mesi per poi ricevere un "grazie e arrivederci ".
Abbiamo visto trentenni ritenersi fortunati per guadagnare 20.000 euro lordi annui con gli stipendi arretrati di sei mesi ancora da incassare.
Abbiamo visto competere tra di loro apprendisti con famiglia a carico e cinquantenni in mobilità, espulsi dal lavoro.
Abbiamo visto sperperare in opere faraoniche milioni e miliardi di euro che, investiti in piccole iniziative locali, avrebbero potuto garantire reddito per migliaia di giovani e di anziani estromessi dal lavoro e ancora troppo giovani per andare in pensione.

Quei soldi li abbiamo visti finire in tasca agli amici dei potenti che passavano davanti alle telecamere con i loro kg. di brillantina in testa, le evve mal pronunciate e la noia negli sguardi: arroganti ex-signor nessuno tronfi come i cortigiani di Luigi XVI.

Però abbiamo anche visto i facchini extracomunitari scioperare ed esprimere dignità e chiedere diritti anche per i dormienti Italiani. Abbiamo visto la loro lotta pagare e strappare contratti VERI e condizioni di lavoro decenti.

Abbiamo anche visto movimenti e comitati mobilitarsi a dispetto di ogni evidenza per contrastare le grandi opere che succhiano risorse economiche allo stato sociale, distruggono il patrimonio ecologico comune e creano debito per tutti.

Abbiamo visto caparbie forme di microresistenza nascere e morire e poi rinascere, aggregarsi, disperdersi e riformarsi con il desiderio e la voglia di essere soggetto-agente-determinante.

Abbiamo visto e sperimentato la voglia di non cedere, di uscire dall'angolo e di attaccare e, finalmente di vincere le nostre battaglie.

Ecco perché saremo a Venezia Sabato 7 Giugno alle 13 accanto al comitato NO GRANDI NAVI , assieme a tutti i comitati e ai movimenti veneti che vorranno dare un segnale forte al Consiglio e alla Giunta Regionale, nonché alle compagnie crocieristiche e a tutte quelle imprese, private, pubbliche, miste, colluse, collegate ecc. che si arricchiscono sulla nostra pelle, sulla nostra salute, sul nostro benessere e sulla nostra felicità

Tutti a Venezia Sabato 7 Giugno 2014
#tuttigiuperterra
Concentramento ore 13 in Piazzale Roma.

Rete dei Comitati dell'Alto Vicentino



 

Nessun commento:

Posta un commento