mercoledì 4 giugno 2014

A proposito del naufragio del MOSE

Se ieri notte, mentre scrivevamo l'appello alla mobilitazione per sabato prossimo 7 Giugno contro le Grandi Navi e le Grandi Opere inutili, ci avesse predetto quale sorpresa avremmo trovato stamane al risveglio ci saremmo messi a ridere (non che non si potesse immaginare, ma che accadesse davvero era davvero difficile da credere).

Poi è arrivata stamattina: i primi sms: "hanno arrestato Chisso".
Le telefonate incredule: "hanno ammanettato anche Fasiol".
Le notizie sui siti dei giornali: "Arrestato Orsoni, richiesta di custodia cautelare per Galan".
E poi i  rilanci nei blog e sui social network.

Abbiamo ancora negli occhi le immagini di Renato Chisso sulla ruspa a Romano d'Ezzelino assieme a Luca Zaia, mentre inauguravano quattro baracche spacciando la cerimonia, propaganda inscenata a favore di telecamere e giornali compiacenti, come il via della Pedemontana veneta.

Ci ricordiamo dell'inaugurazione del ponte di Breganze avvenuta mesi fa quando il ponte non c'era, così come ci ricordiamo di quando a Brogliano poche settimane fa, la DIGOS ci minacciava di denunce e ci impediva di avvicinarci all' inaugurazione di un campo vuoto, per l'occasione ricoperto di ghiaia e sul quale avevano convogliato alcune ruspe e qualche camion a beneficio delle telecamere e dei soliti giornali compiacenti e riportati via appena le telecamere si sono spente.

Abbiamo nelle orecchie il famoso discorso sulla "stagione del fare" simile (mutatis mutandis) a quello di Mussolini per la campagna del grano,  e gli sberleffi rivolti da Chisso e soci ai comitati territoriali, quelli del no, quelli contro il progresso, quelli che raccontano balle, i catastrofisti.

Oggi sappiamo che quello che immaginavamo era forse sottodimensionato rispetto a quanto emerge dalla vicenda degli arresti di oggi, sappiamo che il progresso e la crescita derivanti dalle grandi opere riguardano soltanto i conti bancari di qualcuno.

Ma se per il MOSE si sono scatenati gli appetiti della classe dirigente del Veneto,  perché dovrebbe essere diverso, ad esempio, per il Passante di Mestre, per la Pedemontana Veneta, per Veneto City, per la Valdastico Nord e Sud, per la Valsugana ecc.?
Non sono forse coloro oggi coinvolti nell'inchiesta che ha portato agli arresti e alle denunce , gli stessi che governano, decidono e realizzano tutte le grandi opere in veneto?

La conseguenza è secondo logica l'unica possibile.

Sabato prossimo a Venezia saremo col Comitato No Grandi Navi a sostenere: "Fuori le navi dalla laguna"  e "MORATORIA IMMEDIATA PER TUTTE LE GRANDI OPERE DEL VENETO"

Rete dei Comitati dell'Alto Vicentino

Concentramento ore 13 a Piazzale Roma. Venite in migliaia.

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