martedì 4 febbraio 2014

Il fiume tradito

 
La cifra più curiosa e penosa di questa ennesima alluvione che colpisce Vicenza, la provincia e non solo, ma mezza Italia ancora, è questo aspetto apparentemente secondario di due fiumi che la attraversano e poi confluiscono l'uno nell'altro e che però sembra non vogliono più farlo.
Uno il Bacchiglione il principale, si fa per dire, il maggiore responsabile delle precedenti emergenze idriche, l'altro il secondario con  un nome abbastanza originale: Retrone.
Ma cos'è successo e chi è il responsabile di questa specie di rivolta ambientale che impedisce od ostacola un flusso o meglio il flusso naturale delle cose?...
La storia è datata e non sto qui a ricordarla ma gli eventi principali sono abbastanza recenti e andando a ritroso, come allude il nome stesso del fiume, inizierei da quando il solerte amministratore locale mette le mani sull'alveo dell'altro fiume, quello principale e apparentemente più aggressivo per metterlo, come si usa dire, in sicurezza.
 
Variati rafforza ed innalza soprattutto gli argini nei tratti di attraversamento del centro storico della città ma così facendo aumenta la portata del fiume che non esonda più a 5m circa di altezza, com'è successo la volta scorsa, ma a 6 e oltre e così infatti e per fortuna accade: il Bacchiglione pur superando i 5 metri questa volta non esonda ma, ma...fa esondare l'altro, il Retrone appunto che non riesce più a confluire come prima nell'alveo del fratello maggiore. "Tradimento", arriva a scrivere il giornale locale, un fiumiciattolo del genere che combina tanti guai! 
Le zone a nord ovest della città allagate, soprattutto l'intera area industriale a rischio e case e strade e sottopassi sgomberati e chiusi.
 
Ma che colpa ha il Retrone di tutto ciò?
Un tempo quando usciva dagli argini, sia pure una volta o due ogni 50 anni, quelle erano aree acquitrinose, piene di fossi e canali dove si andava a pescare il bisatto e nient'altro.
 
Ma già negli anni 60 qualche solerte amministratore  locale ha voluto fare le cose in grande e tutta quell'area (S. Agostino Ferrovieri e dintorni) è diventata la grande zona industriale delle città e quindi le acque sono state sloggiate. Poi qualche amministratore nazionale, foraggiato anche da laute tangenti, ha voluto farci passare l'autostrada l'A4 e quindi enormi terrapieni hanno ostruito canali e fossati.
 
Poi fu fatta la terza corsia con le tangenziali, con altri saccheggi e cementificazioni, ora gli stessi di allora vagheggiano, anzi assolutamente vogliono l'alta velocità e il completamento delle tangenziali per non citare tutto il resto di bretelle e pedemontane, rotatorie e sopraelevate, e il povero Retrone, ricacciato sempre più indietro ha detto basta e si è lasciato andare sia a monte della confluenza con il fratello antagonista Bacchiglione che a valle assieme a lui: risparmiando il centro storico ma allagando tutto il resto...
Ps. ma secondo voi  è possibile far capire a lor signori che mettere una pezza qua e là non basta a chiudere un buco che diventa sempre più grande e rischia di inghiottirci tutti quanti e prima di quanto ci aspettiamo?
Oppure è meglio che ci organizziamo ed insieme ad altri, ai Notav della Valdisusa, ai Nomuos della Sicilia ci mobilitiamo per salvare e liberare la terra e non solo dalle basi di guerra?

E. Marchesini

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